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EMANUELE PALAZZOTTO

La casa ipertestuale. Le stanze e lo spazio-soglia

Abstract

Il saggio descrive i risultati di un'esperienza di seminario/workshop extracurriculare, svoltosi a Palermo nel 2005 (dal titolo: “Futura. Come abiteremo domani”). La metafora dell’ipertesto, spesso utilizzata da architetti, filosofi e urbanisti come metafora significativa per descrivere la condizione metropolitana contemporanea, risulta particolarmente efficace quale rappresentazione sintetica dell’idea di casa che abbiamo inteso indagare, per alcune sue qualità essenziali che trovano immediato riscontro nelle nuove modalità dell’abitare. All’interno del tema più generale della casa “ipertestuale”, la sperimentazione diretta dal Emanuele Palazzotto ha inteso esplorare alcune possibilità di nuova strutturazione spaziale dell’abitazione, che derivano dallo scardinamento delle tradizionali configurazioni gerarchiche, lavorando sulla metafora del tessuto relazionale della rete. Secondo questa accezione di abitazione ipertestuale, la stanza recupera il suo ruolo di unità minima di riferimento, cellula vitale autonoma, polisenso e poliforma; essa si pone come spazio dell’individualità, centro attorno a cui si struttura lo spazio esistenziale del singolo. L'esplorazione sia stata condotta seguendo una concezione di casa ipertestuale che non cerca le proprie ragioni nell’apparato tecnologico (di cui pure si giova), ma nel sistema dei rapporti spaziali che è possibile instaurare tra le componenti abitative elementari (in ogni eventuale temporanea conformazione), con la città e/o con l’ambiente esterno più esteso. Le modalità compositive adottate hanno peraltro garantito l’impiego di sistemi costruttivi semplici e/o prefabbricabili, l’applicazione di sistemi di autosufficienza energetica provenienti da fonti rinnovabili e l’adeguata gestione del microclima interno, affidando alla pelle e alle coperture dei volumi il ruolo di efficiente interfaccia ambientale.