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DARIO MANGANO

L’altra cucina. Oggetti e gastronomia

Abstract

In una realtà sociale come quella in cui viviamo attualmente, così fortemente pervasa dai discorsi sulla cucina, viene spontaneo chiedersi se non si possa ribaltare la prospettiva pensando anche ai discorsi della cucina, quei racconti cioè che vedono come protagonisti gli oggetti grazie ai quali cuciniamo. Di che cosa parlano questi muti servitori? Che storie raccontano? In questi ultimi anni, l’offerta di pentole, coltelli ed elettrodomestici, si è arricchita a dismisura, secondo un meccanismo che sembra mimare quello della moda, cui il fenomeno della gastronomia è stato infatti accostato. Rispetto all’abbigliamento qui è al lavoro una doppia pertinenza: da un lato quella estetica, con un design che diventa sempre più sofisticato e attraente, dall’altro quella funzionale, che porta il desiderio di ottimizzazione fino al punto di avere strumenti dedicati a ogni più piccola azione culinaria. Una mole di oggetti che pretende spazi generosi, ma che deve fare i conti con una tendenza opposta che vede le cucine contrarsi . Gli strumenti in questi casi devono essere pochi, ed ecco allora l’altro grande trend, l’integrazione, che ha due indiscussi protagonisti: Bimby di Vorwerk e il Cooking Chef di Kenwood. Qual è il senso umano e sociale di simili elettrodomestici? E soprattutto, siamo sicuri che i modelli Vorwerk e Kenwood siano poi così simili? Una rigorosa analisi semiotica consentirà di disimplicare a partire dalla configurazione degli oggetti la cultura culinaria che li ha posti in essere.