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MAURIZIO CARTA

Progettare città aumentate antifragili

Abstract

E’ venuto il momento di entrare nel Neoantropocene (Carta, 2017), che definisco come una nuova era in cui l’umanità, invece di essere il problema, progetta e mette in atto la transizione verso lo sviluppo ecologico, riattivando l’antica alleanza tra componenti umane e naturali come forze coagenti: un antropocentrismo sensibile, rispettoso e temperato volto a riposizionare l’umanità in uno schema integrato, ibrido, con la natura. E lo strumento del nuovo paradigma urbano ecologico non può che essere una nuova “urbanistica circolare” (Carta, Lino, Ronsivalle, 2016), capace di progettare e rigenerare città, territori e paesaggi riattivando i loro naturali metabolismi, lavorando sugli scarti, progettando il riciclo e contrastando l’obsolescenza programmata delle città dell’Antropocene predatorio con la sua famelica necessità di espansione. Serve un nuovo paradigma di sviluppo a prova di cambiamento ambientale che fornisca anche rinnovata sostenibilità economico-ecologica (Raworth, 2017) all’alleanza tra dimensione urbana e rurale, guidando adeguate strategie reticolari (Schröder, Carta, Ferretti, Lino, 2017). Un progetto di nuovi pattern insediativi che eliminino il concetto di periferia come scarto prodotto dalla famelica espansione edilizia e relativa concentrazione di valori immobiliari e finanziari, stimolando la creatività degli habitat resilienti che stanno producendo pratiche dell’audacia in varie parti dell’Europa (Schroeder, Carta, Ferretti, Lino, 2018).