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SERVIZI/Parte dall’Università il progetto pilota di mappatura dei randagi

27-nov-2014

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Al via il progetto pilota destinato a mappare i randagi della cittadella universitaria. I primi cani a essere dotati del collare blu con la scritta “Università degli Studi di Palermo” sono stati Attak e Calzini, due randagi “storici” di viale delle Scienze, assolutamente innocui ma che spesso hanno costituito motivo di preoccupazione per gli studenti. E’ partito così il progetto di apposizione del collare ai cani del campus universitario, in base ad un accordo tra l’Ateneo palermitano, l’assessorato al Verde del Comune e l’Asp 6 di Palermo. Si tratta di cani già individuati con fotografie, dotati di microchip, sterilizzati, vaccinati e dichiarati “non morsicatori” dal responsabile di competenza del Comune. È il primo tassello di un progetto pilota destinato a mappare i randagi della città. Il progetto è partito ieri dall’ex facoltà di Agraria in viale delle Scienze alla presenza del rettore Roberto Lagalla, dell’assessore al Verde Francesco Maria Raimondo e del direttore del dipartimento prevenzione veterinario dell’Asp 6, Paolo Giambruno. “Grazie all’amministrazione comunale e alle associazioni animaliste abbiamo voluto dare applicazione alla legge 15 del 2000 afferma il rettore -. Mi sono reso conto che era necessario farla diventare applicativa ed ho immediatamente interpellato le associazioni. Il ruolo dell’amministrazione comunale è assolutamente centrale perché occorrerà il suo intervento per il prelevamento degli animali. L’obiettivo è quello di giungere ad una sorta di carta di identità dell’animale. I cani tracciati, sani e non aggressivi, saranno tenuti dentro il campus, presidieranno il territorio, limitando anche l’afflusso di cani esterni non tracciati”. L’iniziativa mira a non fare percepire questi cani come un pericolo agli studenti e ai fruitori del campus. Il collare identificativo, infatti, ne accerta la non aggressività, il buono stato di salute, l’avvenuta sterilizzazione. Ma il progetto intende anche essere l’avvio di una più vasta opera di mappatura del randagismo cittadino che potrà così prevedere per i cani di altri luoghi della città la collocazione di analoghi collari di colori diversi. Il prossimo step, come annunciato dal rettore, riguarderà il Policlinico.