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Ruolo dei social network e delle fake news nella lotta contro il cancro

1-dic-2022

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Sebbene la maggioranza degli oncologi (il 90%) sia convinto che i social possano essere uno strumento utile nella lotta contro il cancro, quasi la metà (41%) ritiene tuttavia che sia difficile discriminare le informazioni vere dalle fake news. “Troppe informazioni distorte e fake news pubblicate su siti web e riviste non autorevoli si propagano attraverso un uso sconsiderato dei social media – spiega Antonio Russo, Presidente COMU e Professore Ordinario di Oncologia Medica, DICHIRONS – Università degli Studi di Palermo -. Questo fenomeno porta ad una ridotta fiducia dei cittadini nei confronti della scienza, con il conseguente aumento di rifiuto della chirurgia, radioterapia e chemioterapia, e un aumento di ricorso alla "medicina complementare", con aumentato rischio di morte rispetto alle persone trattate con protocolli terapeutici tradizionali. Per questo motivo - continua il Prof. Russo - promuoviamo il primo corso del COMU per giornalisti medico-scientifici e oncologi. I due mondi devono imparare a conoscere le reciproche esigenze per rispondere alla richiesta di buona informazione da parte dei cittadini. Vogliamo offrire ai clinici gli strumenti per comunicare con i giornalisti e siglare un’alleanza con il mondo dei media”. “I social network non vanno demonizzati, perché possono diventare armi impor tanti nella lotta contro i tumori – afferma il Prof. Russo -. Le potenzialità aggregative di questi strumenti consentono di allargare la rete degli utenti (non solo medici, ma anche pazienti e cittadini) fino a coinvolgerli direttamente nelle attività delle società scientifiche, favorendo così la loro diffusione virale. Non solo. I social network permettono anche di realizzare campagne di sensibilizzazione e di promuovere stili di vita sani, raggiungendo specifiche fasce di popolazione, ma sono ancora poco impiegati in questo senso”. Tra i vari social, Twitter sembra quello ritenuto più efficace per l'informazione scientifica, LinkedIn prevale nel campo dell'interazione con i colleghi, mentre Facebook e Instagram rimangono il migliore strumento di comunicazione con i pazienti oncologici. “Questi ultimi utilizzano i social network per far parte di una comunità, per sentirsi meno soli e per cercare informazioni – conclude il Prof. Russo -. Alcuni studi hanno dimostrato che coloro che interagiscono sui social hanno maggiori probabilità di partecipare a studi clinici e screening. Il potenziale di questi strumenti in oncologia è davvero notevole e compito degli addetti ai lavori è anche quello di farsi protagonisti di questa rivoluzione, cercando di comprendere sempre meglio come utilizzare i social”.


Rassegna stampa preliminare COMU