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RICERCA/Riscaldamento globale: “Voglio una nuvola tutta bianca”

17-feb-2015

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Sbiancare le nubi marine per contribuire a raffreddare il pianeta. L'idea, all'apparenza un po' pazza, è del fisico statunitense John Latham, che ha cominciato a lavorarci almeno dal 1990, quando in un breve articolo pubblicato dalla rivista "Nature" propose di spruzzare nel cielo degli oceani microscopiche particelle di sale marino e calcolò che con appena 400 grammi d'acqua in un'ora si sarebbe potuto schiarire un chilometro quadrato di cumulo. Le particelle, agendo come "nuclei di condensazione", sono infatti in grado di accrescere il numero di goccioline d'acqua presenti nelle nuvole, e, di conseguenza, di aumentare la quantità di luce solare riflessa dalle nubi nello spazio. La teoria tiene, ma in pratica nessuno sin ora ha saputo creare le particelle spaziali. L'idea che potrebbe cambiare le carte in tavola è italiana. L'ingegnere chimico che la sta sviluppando si chiama Giuseppe Caputo e lavora all'Università di Palermo. “Riusciamo a fare spray che permettono di formare particelle con una dimensione appropriata, dell'ordine di 1-3 micron. Abbastanza leggere per ricevere la spinta e raggiungere le nuvole, ma anche sufficientemente piccole e numerose per ottenere l'effetto desiderato”. Davvero l'idea di Lathman e gli spray di Caputo possono contenere il global warming? “Le politiche non stanno funzionando - dice il ricercatore italiano - la riduzione delle emissioni certo è la strada maestra, ma serve un piano B, una alternativa. Questa ricerca va proprio in questa direzione”.
(Fonte Espresso)