Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

Programma Culturale e formativo 1999-2002

8-mar-2013

Ascolta

 


 

logo_ue COMUNITÀ EUROPEA
Fondo Sociale Europeo
M.I.U.R.
MINISTERO DELL'UNIVERITÀ
E DELLA RICERCA SCIENTIFICA
E TECNOLOGICA
 
1. AMBITI, CONTENUTI E FINALITÀ
 

1.1. IL DOTTORATO E LA FORMAZIONE ALLA RICERCA

L'emergere di più soggetti sociali capaci di incidere sulle politiche di piano, la necessità di una costante attenzione ai temi della qualità dell'ambiente, il difficile equilibrio tra trasformazioni antropiche e l'evoluzione dei processi naturali, le opportunità d'uso delle risorse e l'innesto di azioni sempre crescenti di controllo e salvaguardia, la diffusa preoccupazione del recupero e dell'uso dei patrimoni esistenti, le necessità di confronto con una pervasiva rivoluzione tecnologica delle comunicazioni e dell'informatica, la dialettica tra differenti culture locali e regole economiche e sociali che tendono alla globalizzazione ed alla omologazione, sono solo alcuni dei grandi temi che la cultura contemporanea del territorio e del piano deve affrontare.
Dare risposte al nuovo articolarsi delle problematiche connesse alle trasformazioni del territorio può apparire opera ardua e produrre confusioni se non si riescono a definire quelle centralità culturali e quindi etiche che devono accompagnare l'operato dell'uomo. La ricerca ha questo compito essenziale, entro di esso si muovono la scienza e le tecniche.
All'emergere di una nuova complessità nei processi che intervengono nelle costanti trasformazioni del territorio e del suo uso fa fronte una modifica di atteggiamento nel lavoro nel suo complesso e quindi nello specifico nella produzione della ricerca. Da un lato le discipline tradizionali ridiscutono i loro paradigmi, i loro riferimenti culturali, gli impalcati teorici e tecnici di supporto alla conoscenza ed all'azione. Dall'altro si scopre che la realtà possiede un valore a "tutto tondo" che non riesce ad appiattirsi in una unica dimensione del sapere e che occorre fare ricorso ad una interazione tra le scienze, ad un dialogo fitto tra discipline che può condurre verso scelte più consapevoli e partecipate.
La dimensione scientifico-tecnica diventa così il naturale supporto capace di fornire una guida ai possibilismi che contraddistinguono l'azione umana. In questo emerge quanto sia necessario procedere nelle due direzioni della interazione e contemporaneamente verso la migliore identificazione che ogni singolo contributo apporta alla configurazione di quel "tutto tondo" di cui la realtà si compone.
Il Dottorato di ricerca in "Pianificazione Urbana e Territoriale" (Pu&T) centra pertanto i propri contributi formativi nel campo specifico della formazione alla ricerca nel settore disciplinare della pianificazione fisica e proprio partendo da questo alimenta e definisce tutte quelle interazioni disciplinari che consentono oggi ai processi di piano di prendere corpo. Esso pertanto sviluppa al suo interno, sia come contributo didattico-formativo che come opportunità di ricerca, linee di attività che, pur centrandosi sui temi della pianificazione fisica, costruiscono relazioni ed opportunità con quelle discipline della conoscenza fisico-geografica e sociale-antropica che contribuiscono alla costruzione della "verità del piano".

In questo contesto la costruzione di una ricerca impone una ampia capacità di giudizio che può ottenersi solo attraverso un adeguato principio di libertà ed autonomia di azione. Le capacità di investigazione crescono quanto più si aderisce alle problematiche oggetto della ricerca e tale adesione è sempre una conquista personale.
Il Dottorato in Pu&T mira a definire questa condizione operativa, costruendo occasioni di dialogo e di stimolo alla ricerca, definendo anche opportunità didattiche e seminariali orientate, assieme ad attività complementari, alle attenzioni specifiche del dottorando, non sovrapponendosi alle sue urgenze, ma orientandone e complementarizzando la dimensione di indagine.
Per questa ragione il Dottorato si è dato un programma e delle tematiche di corso che sono prevalente compito della docenza e contemporaneamente ha costruito uno strumento di lavoro nella rivista inFolio gestita e vissuta essenzialmente dai dottorandi. L'idea è quella di stabilire una dimensione di sperimentazione in progress e permanente capace di alimentare quelle autonomie che formano la qualità del ricercatore.
Ciò consente il dialogo ed assieme la maturazione in proprio, ovvero la trasmissione di conoscenze scientifico-tecniche e la maturazione di una cultura critica degli argomenti.
Il Dottorato inoltre definisce per ogni anno accademico una tematica di orientamento che consente di indirizzare i temi seminariali e le intersezioni disciplinari, mentre la dimensione didattica vive una sua storia che si aggiorna nella maturazione degli argomenti.


1.2. AMBITO DELLA RICERCA

Al fine di un adeguata organizzazione della didattica e della ricerca sviluppate ed anche per fornire elementi utili alle scelte dei candidati al corso, appare utile circoscrivere per larghe maglie il campo di attività sia formativo che di ricerca che caratterizza il Dottorato in Pu&T.
La formazione è prevalentemente finalizzata alla costruzione della ricerca, ovvero dei suoi metodi, obbiettivi e strumenti: è la ricerca che orienta la didattica e ne alimenta le ragioni, fornendo argomenti e procedure. La ricerca inoltre, per la natura specifica del Dottorato, ha come costante i problemi dell'assetto della città e del territorio, ovvero dell'insediamento umano e del suo innestarsi con la natura e la storia. Essa può anche servirsi di casi di studio ma con la intenzione prevalente di investigare problematiche e procedure trasferibili. Viene pertanto privilegiato l'aspetto teorico e critico nella direzione della costruzione di contributi originali alla conoscenza ed alla maturazione di elementi della disciplina della pianificazione.
L'attività di ricerca è costantemente riferita allo "stato dell'arte" della pianificazione e fa riferimento all'attuale necessità di revisione che la disciplina attraversa sia in Italia che in Europa. E' una fase di riorganizzazione complessiva che rimette in discussione metodi, obiettivi, contenuti, efficacia dei risultati, e quindi anche riferimenti normativi ed istituzionali. Ciò non costituisce una particolare novità per la natura stessa dello statuto disciplinare, che necessariamente aggiorna le proprie capacità anche attraverso la necessità di fornire risposte ai temi emergenti.
La moderna pianificazione urbanistica e territoriale nasce infatti anche dall'urgenza di rispondere a contraddizioni e conflitti che dal sociale si trasferiscono nei modi d'uso del suolo e delle risorse e dall'aggravio che le stesse condizioni dei territori producono se non si riesce a guidare l'azione trasformativa con una attenta e colta azione di piano. Tale motivo originario non si è disperso nel tempo, ma permane come radice di un modo di conoscere e produrre la realtà.
Ciò pone da un lato la disciplina nella permanente necessità di rivedere i suoi principi e dall'altro di centrare tematiche e luoghi dove più vive appaiono le necessità di un percorso di pianificazione.
Non a caso il Dottorato in Pu&T nasce in aree del meridione d'Italia, consorziando le sedi universitarie di Palermo, Catania e Reggio Calabria, dove alcune emergenze rendono viva ed attuale la centralità del piano.
In tal senso alcuni indirizzi di impostazione del lavoro di dottorato, soprattutto per le ricerche che si riferiscono a specifiche aree territoriali di osservazione sperimentale, possono contenere riferimenti ed attenzioni per i contesti territoriali, economici, sociali e politici in cui operano le tre università promotrici del dottorato.
Possono così definirsi tre grandi ambiti di ricerca e ciò solo al fine di orientare scelte ed opportunità.
Un primo è riferito alle problematiche dei territori del meridione d'Italia con particolare attenzione alle realtà geografiche dove hanno sede le università consorziate. L'obiettivo dovrebbe consistere nell'assoggettare a valutazione critica le conoscenze e nel definire criteri e contenuti di un rilancio della efficacia dell'esperienza di pianificazione. In tal senso, un importante lavoro preparatorio dovrebbe consistere nel definire quali siano le forme ed i campi di analisi entro cui operare e quali strumenti di controllo (politiche, programmi, piani, forme di gestione, ecc.) delle trasformazioni delle specifiche realtà indagate possano essere più appropriati ed efficaci.
Un secondo ambito può essere definito nella ricostruzione degli elementi della disciplina del piano e nella loro revisione storica e critica, puntando in particolare a rintracciare riferimenti e scuole, attori e metodi e cercando di cogliere le relazioni tra marginalità e centralità, tra soggetti e azioni di piano.
Un terzo ambito si configura come possibilità di individuazione e/o ridefinizione di un tema emergente di carattere generale e/o specifico che coinvolge il sapere e lo statuto disciplinare e trascrive argomenti ed accadimenti che meritano una nuova interpretazione investigativa (le grandi migrazioni, l'identità del territorio, la città multietnica, la nuove mobilità e le nuove centralità, etc.).


1.3. GLI OBIETTIVI DELL'OFFERTA FORMATIVA

Il profilo formativo del Dottore di Ricerca può essere individuato (mutuandolo dalla tradizione anglosassone del gentlemen scholar) in un percorso di apprendimento per apprendistato che lo porta a fornire contributi originali all'avanzamento disciplinare e che colloca il Dottore in posizione preminente nell'accesso all'Università, avendo concluso il più alto percorso formativo post lauream. L'accesso all'accademia del Dottore non dipende tanto dal possesso di una specifica "professionalità docente", ma quanto dal possedere conoscenze che costituiscono occasione e condizione per innescare processi di approfondimento. Il Dottore è dunque portatore non solo di capacità di ricerca ma anche di capacità di formazione e di approfondimento.
Il Dottorato di Ricerca si propone una formazione di alto profilo sia per la ricerca di base ed applicata che per la carriera accademica, al fine di una qualificazione e articolazione evolutiva delle discipline urbanistiche nei campi dell'analisi territoriale e del progetto spaziale. Questo obiettivo assume ruolo prioritario soprattutto nella situazione attuale che vede una riconfigurazione delle facoltà di architettura e di ingegneria nella direzione di una diversa attenzione alle discipline delle scienze del territorio ed alla pianificazione urbana e territoriale, accompagnata dall'avvio di nuovi corsi di laurea in Pianificazione territoriale e dalla formazione di grandi società europee per la certificazione della validità della preparazione nel settore delle scienze del territorio (in accordo con il "progetto transeuropeo di accreditamento delle competenze"). In particolare gli obiettivi della formazione sono:
• formazione di ricercatori preparati ad affrontare l'utilizzo delle nuove tecnologie dell'informazione per l'analisi, la descrizione, l'interpretazione e la valutazione dei fenomeni territoriali, con particolare riferimento alla ricerca sul recupero dei centri storici e sulla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale diffuso, il cui monitoraggio costante e sistemico è operazione di notevole importanza per l'orientamento e la valutazione delle politiche del territorio;
• formazione di docenti qualificati che siano in grado di tradurre in offerta didattica le conoscenze acquisite durante il periodo di formazione e i periodi di studio trascorsi nelle istituzioni italiane e straniere che concorrono alle attività del dottorato;
• formazione di figure professionali di ricerca con alta specializzazione, le quali potranno essere utilizzate dalle pubbliche amministrazioni nella loro attività di controllo e gestione dei processi di trasformazione urbanistica e territoriale, la quale deve essere sempre più accompagnata da un uso scientifico ed intelligente delle metodologie e degli strumenti di previsione, valutazione e simulazione degli effetti delle decisioni sul territorio, nel quadro di una indifferibile sostenibilità dello sviluppo.


1.4. I RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI DI RICERCA ITALIANE E CON L'UNIONE EUROPEA

Il cofinanziamento del Dottorato in Pianificazione Urbana e Territoriale da parte dell'Unione Europea, attraverso il Fondo Sociale Europeo (inserito nel Programma di Sviluppo della Regione Siciliana 1994-99, nell'ambito del POP 2) si accompagna ad una ridefinizione delle linee guida dell'offerta culturale e formativa del Dottorato, con l'obiettivo di legarla maggiormente ai piani nazionali di ricerca (del Murst, del Cnr o di altre istituzioni) ed ai piani dell'UE in materia di sviluppo socio-economico e formazione permanente.
Per quanto riguarda i rapporti con la ricerca europea, la partecipazione del FSE all'attività formativa di un Dottorato è infatti orientata, tra le altre motivazioni, alla costruzione di un livello di qualificazione elevato all'interno dei Paesi Membri, capace di contenere il fenomeno dell'esclusione. Il quadro di riferimento è il Libro Bianco su istruzione e formazione del 1996, il quale propone un modello di sviluppo basato sulla "società educativa", cioè su una società che assume la formazione permanente e la conoscenza come elementi strutturali del proprio sviluppo sostenibile. Una società in cui un Dottorato di Ricerca si propone come soggetto operante e qualificante dell'offerta formativa e della certificazione delle competenze, ponendosi anche come partner delle istituzioni formative extra-scolastiche (centri di ricerca e sviluppo, istituzioni culturali, amministrazioni pubbliche regionali e locali, etc.).
Tra le azioni previste dal Programma della Commissione Europea per il 1996, nel settore dell'istruzione e formazione, va senza dubbio segnalata e utilizzata come riferimento attivo quella relativa al "progetto transeuropeo di accreditamento delle competenze", insieme al progetto già avviato dal Libro verde sull'eliminazione degli ostacoli alla mobilità dei ricercatori, degli insegnanti e degli studenti. Ulteriore riferimento per l'offerta culturale e formativa del Dottorato è il Quinto programma Quadro di ricerca e sviluppo, il quale fornisce indicazioni importanti sui programmi di finanziamento alla ricerca da parte dell'UE, con particolare riferimento alla "Formazione e Mobilità dei Ricercatori" per il periodo 1994-1998. Le attività previste dal programma riguardano le reti di ricerca e la formazione, elementi di notevole importanza per lo sviluppo delle attività di un Dottorato.
I rapporti del Dottorato con la ricerca italiana sono garantiti dal riferimento, nelle attività di formazione, di ricerca e di valutazione, al Piano Triennale di Sviluppo del Murst ed alle iniziative del Cnr riguardanti la mobilità dei ricercatori, l'avvio di collaborazioni di ricerca e la pubblicazione dei risultati delle indagini condotte. Il Cnr stesso, inoltre, si propone come cofinanziatore di borse di studio di dottorato e dunque come partner istituzionale dell'attività di ricerca post lauream.
Nell'ambito di questo quadro istituzionale (italiano ed europeo) di offerta e stimolo alla ricerca, il Dottorato in Pianificazione Urbana e Territoriale delle Università di Palermo, Catania e Reggio Calabria si struttura per essere un partner efficiente della comunità scientifica europea e per fornire, attraverso le ricerche dei dottorandi, un importante contributo all'avanzamento delle discipline delle scienze del territorio (urbane e regionali) ed alla ridefinizione dei loro statuti, dei loro metodi e degli strumenti per rispondere in maniera equa ed efficace ai problemi della società in evoluzione.

 
2. ATTIVITÀ FORMATIVA E DI RICERCA
 

L'attività formativa del Dottorato inizia con un percorso bibliografico, ritenuto utile per fornire una base comune alla preparazione dei dottorandi, provenienti spesso da percorsi didattici universitari diversi. Durante i tre anni si articola in attività seminariali offerte dai docenti ed attività di laboratorio richieste ai dottorandi. Nel dettaglio l'attività è articolata nel seguente modo:

2.1. ATTIVITÀ DIDATTICA, offerta dai docenti o richiesta ai dottorandi: divisa in

A. Attività formativa, orientata all'acquisizione di strumenti e concetti relativi alla pianificazione urbana e territoriale attraverso l'offerta di:

Seminari di carattere metodologico finalizzati all'acquisizione delle metodologie e degli strumenti della ricerca, alla capacità di impostare e strutturare il processo di ricerca, alla valutazione delle implicazioni, della fattibilità e dei risultati; i seminari intendono fornire inoltre conoscenze sulle tecniche e sulle opportunità di divulgazione (anche in base alle esperienze maturate nei Doctoral Workshop dell'Aesop).
I seminari sono divisi in strumenti e metodi; ai primi appartengono le nozioni relative alle strumentazioni di base della ricerca scientifica, con particolare attenzione a quella relativa alle scienze del territorio (la ricerca bibliografica, la ricerca statistica, l'uso dei GIS nella pianificazione, etc.). I seminari sui metodi potrebbero riguardare, tra gli altri, i seguenti temi:
- il percorso della ricerca dalla formulazione del programma agli esiti conclusivi: corrispondenze e divergenze tra obiettivi, risultati attesi e risultati conseguiti, trasferibilità dei risultati;
- le metodologie di ricerca per l'analisi dei processi di pianificazione urbanistica (casi di studio, raccolta ed elaborazione dati, etc.);
- il mercato della ricerca in campo territoriale in Italia; le diverse tipologie della domanda e le diverse tipologie dell'offerta;
- la valutazione delle politiche pubbliche;
- la pubblicazione scientifica in un contesto internazionale: implicazioni metodologiche e operative;
- il trasferimento dei concetti e delle esperienze: opportunità, sollecitazioni e rischi.

Seminari esplorativi di indirizzo e orientamento su temi di ricerca di carattere generale, considerati come un'utile occasione per approfondire i rapporti delle discipline urbanistiche con altre discipline contigue o apparentemente lontane. È ritenuta auspicabile la partecipazione di docenti ed esperti non urbanisti al fine di offrire un vasto panorama dei contributi al governo del territorio come sistema complesso.
A questa attività si affianca un'offerta da parte dei docenti del Collegio relativa alla presentazione dei temi di ricerca nell'ambito dei Dipartimenti consorziati e da parte dei dottorandi dei cicli precedenti relativa alle ricerche condotte.
Obiettivo del ciclo di Seminari di orientamento è quello di indicare ed analizzare alcuni nodi problematici della disciplina, suggerendo campi e temi di indagine all'attività di ricerca dei dottorandi.
Alcuni possibili temi di orientamento possono essere:
- l'evoluzione storica della disciplina: temi ed interpreti;
- la strumentazione urbanistica: esperienze, metodi, problemi e ipotesi di revisione;
- problemi della città e del territorio e strategie per la loro soluzione nell'ottica della complessità;
- il riconoscimento della pianificazione come dottrina e le implicazioni epistemologiche ed operative;
- il valore pluridisciplinare del governo del territorio: concetti nomadi e matrici stabili, statuti disciplinari e interconnessioni creative;
- sperimentazione di forme di pianificazione interattiva e partecipata, attraverso l'elaborazione di approcci complessi a matrice cognitiva e comunicativa per l'attuazione di politiche locali di sviluppo.


B. Attività di approfondimento, avente come oggetto casi di studio di pianificazione territoriale caratterizzati da un'ottica comune (variabile annualmente), organizzata in:

Corsi universitari di complemento relativi ad alcuni aspetti disciplinari ed extra-disciplinari utili agli orientamenti del dottorato.

Seminari di approfondimento, relativi ai rapporti tra teoria e prassi ed ai caratteri di innovazione dei casi di studio o degli esempi presi in esame. Il taglio dei seminari privilegerà gli aspetti problematici, le implicazioni teoriche, i contributi all'avanzamento della ricerca e del dibattito disciplinare in corso in campo internazionale.
Obiettivo del ciclo di seminari è quello di fornire occasioni di approfondimento all'attività di ricerca dei dottorandi. È quindi opportuno che l'offerta didattica sia calibrata sulle ricerche in corso (a tal fine è disponibile un archivio degli indici e programmi di ricerca presentati dai dottorandi dei diversi cicli), anche attraverso un ruolo propositivo degli stessi dottorandi che possono collaborare all'organizzazione dei seminari come contributo alla propria attività formativa.

C. Attività di laboratorio, orientata alla applicazione delle conoscenza acquisite durante l'attività didattica attraverso la produzione di glossari, ricerche bibliografiche, banche dati ed altri prodotti di base per la ricerca scientifica. I dottorandi del secondo anno sono invitati ad organizzare seminari di esposizione dei casi di studio analizzati durante l'attività di ricerca. Per i dottorandi del terzo anno l'attività di laboratorio coincide con l'elaborazione della tesi.


2.2. ATTIVITÀ DI RICERCA E COMUNICAZIONI, richieste ai dottorandi: divisa in:

• attività di ricerca presso istituzioni italiane;
• attività di ricerca presso istituzioni straniere;
• partecipazione a convegni, in particolare alla Conferenza Nazionale dei Dottorandi ed al Doctoral Workshop;
• pubblicazione di articoli, recensioni e rapporti di ricerca su inFolio;
• verifica e preparazione della tesi.

Indirizzi metodologici per la formazione della Tesi
Gli sforzi di orientamento e di formazione confluiscono e danno corpo alle scelte delle ricerche sviluppate dalle singole Tesi di Dottorato, ciò comporta che se la centralità tematica è come naturale quella della pianificazione urbana e territoriale, i contributi - ed è il caso di sottolinearlo - non si propongono la definizione di un progetto specifico di piano - che sarebbe comunque una mera finzione metodologica - quanto la costruzione di un avanzamento dei contenuti della disciplina attraverso il continuo sviluppo e revisione delle ipotesi.

1. La prima fase di lavoro deve consistere nella definizione del tema della tesi. Esso non può essere proposto in termini astratti che prescindano dalla ricerca già prodotta da altri ricercatori. Si deve preliminarmente dimostrare che tutti i contributi finora dati sull'argomento sono stati valutati e che dai contributi già dati si parte per produrne di nuovi. Per questo occorre che il dottorando dimostri di avere preliminarmente effettuato una ricognizione critica sullo stato dell'arte, perché si possa meglio identificare la collocazione del campo di ricerca affrontato, e documentare la esistenza del requisito della "originalità" del lavoro di ricerca. Lo strumento di partenza per una tale ricognizione consiste in una bibliografia ragionata, cioè riportata con schede descriventi i contenuti dei saggi esaminati ed una indicazione degli argomenti e temi di interesse per la costruzione della ricerca e la definizione dell'argomento della tesi. I saggi potrebbero essere classificati almeno per due categorie essenziali:
• saggi a carattere teorico tendenti ad approfondire la definizione dei fondamenti e dei metodi della analisi e della pianificazione, le grandi classificazioni dei campi di osservazione, etc.;
• saggi derivanti dalla sperimentazione di metodi applicata alla osservazione di campi territoriali specifici.

2. Un secondo passo è quello dell'approfondimento dei temi individuati. Un primo adempimento consiste nella scelta di campi territoriali di osservazione e sperimentazione, l'individuazione delle fonti di informazione, l'acquisizione, la elaborazione la comparazione, l'incremento dei dati esistenti. Un secondo adempimento consiste nella consultazione di ricercatori esperti operanti presso altre sedi universitarie e/o istituzionali. Il dottorando è sollecitato ad invitare degli esperti consultati presso la sede del dottorato e organizzarne la visita per seminari e scambi anche con i colleghi. La discussione e la esecuzione dei programmi viene concordata e organizzata insieme al "tutor" che favorisce l'accesso ai servizi disponibile per l'esecuzione del lavoro.

3. Il terzo passo è quello della vera e propria redazione della tesi. Questa operazione consiste:
• nel documentare minuziosamente l'attività svolta e organizzata secondo i criteri sopraindicati (cronistoria, bibliografia, descrizione dell'attività svolta all'estero e del contributo delle persone consultate, sintesi dei seminari svolti, resoconto delle analisi sul campo, raccolta della documentazione, resoconto delle elaborazioni analitiche originali, ecc.);
• nella dissertazione sul tema proposto dal dottorando.

 
3. ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ
 

3.1. ORGANIZZAZIONE ANNUALE DELL'ATTIVITÀ DIDATTICA

Primo anno: a carattere formativo e di indirizzo, con studio della letteratura consigliata e partecipazione ai seminari intensivi a carattere di indirizzo teorico e metodologico. I dottorandi offrono la loro attività alla verifica del Collegio attraverso la presentazione di schede o saggi bibliografici, rapporti di ricerca e resoconti di seminari (da pubblicare su inFolio). Al termine del primo anno i dottorandi producono una proposta di un progetto di ricerca su casi di studio (per l'anno successivo).

Secondo anno: a carattere di approfondimento su alcuni casi di studio, attraverso attività di ricerca da svolgersi in Italia o all'estero presso istituzioni di ricerca, in funzione dell'individuazione del tema di studio e della raccolta dei dati. All'attività di ricerca si accompagna l'attività seminariale di approfondimento (anche con una partecipazione all'organizzazione). Al termine del secondo anno i dottorandi presentano un rapporto sull'attività di ricerca svolta e propongono un programma di ricerca/indice e presentano i materiali di base finalizzati alla elaborazione della tesi che verrà redatta l'anno seguente.

Terzo anno: dedicato alla formulazione del piano di lavoro dettagliato ed alla elaborazione della tesi attraverso verifiche degli stati di avanzamento organizzate anche sotto forma di seminari didattici (i quali possono servire di orientamento per i dottorandi dei cicli successivi).

La calendarizzazione delle attività prevede incontri di due giornate, a cadenza quindicinale, per i mesi da novembre a giugno. L'articolazione delle giornate di studio può prevedere seminari intensivi o seminari/laboratorio in funzione delle differenti offerte formative.


3.2. ATTIVITÀ DI VALUTAZIONE FOLLOW-UP

Durante il primo anno il Collegio dei Docenti valuta, attraverso incontri trimestrali, l'attività di ricerca relativa agli strumenti, ai metodi o alle categorie della disciplina e l'attività di acquisizione di conoscenze finalizzate alla definizione del programma della tesi che sarà assegnata al termine dell'anno. Per gli anni successivi il Collegio dei docenti richiede ai dottorandi di produrre dei rapporti trimestrali sull'attività svolta (sia attraverso la partecipazione ai seminari che attraverso l'attività di ricerca relativa all'inquadramento del tema della tesi). La verifica e la valutazione nel dettaglio dell'attività di ricerca è svolta da un "tutor" che il collegio dei docenti nomina per ciascun dottorando.
Il collegio dei docenti si riunisce periodicamente, ed in ogni caso al termine di ogni annualità, per valutare l'attività svolta da ciascun dottorando, ed indirizzarne gli sviluppi. Il collegio valuta in particolare la coerenza dei risultati con l'indirizzo complessivo del dottorato. Al termine del ciclo il Collegio dei Docenti valuta tutta l'attività svolta dai dottorandi, e redige una relazione sintetica di valutazione dell'attività triennale e dei risultati conseguiti dalla tesi.
Il dottorando svolge le proprie attività presso i Dipartimenti consorziati con il coordinamento del Dipartimento Città e Territorio dell'Università di Palermo. Trascorre periodi di formazione e studio anche presso altre università (in Italia e all'estero) su autorizzazione del coordinatore.

 
4. LA STRUTTURA E GLI STRUMENTI DEL DOTTORATO
 

4.1. AVVIO DI PROGETTI DI PARTNERSHIP PER LA FORMAZIONE E PER LA RICERCA

Il Collegio dei Docenti ed i Dottorandi sono impegnati anche nell'attività di costruzione ed incremento di rapporti di studio e di ricerca con altri studiosi italiani e stranieri, non solo per fornire ampi riferimenti alle proprie ricerche, ma anche per allargare l'offerta didattica attraverso i seminari e la presentazione di casi di studio.
Negli anni precedenti sono stati già avviati rapporti di ricerca per l'elaborazione delle tesi di Dottorato con:
- il Consiglio d'Europa e l'Unesco;
- il Ministère de l'Équipement francese;
- la Direction du Patrimoine e la Sous-direction de l'archéologie del Ministère de la Culture;
- l'Université de Paris 1, l'Université de Paris 6 e l'Université de Paris 8;
- la Scuola di Architettura di Nantes.
- il Dottorato di ricerca dell'Institut d'Urbanisme de Paris, diretto dai proff. Marcel Roncayolo e Jean-Pierre Frey;
- l'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna;
- il Centre for Environmental Management and Planning dell'Università di Aberdeen (Scozia), diretto dal Prof. Brian D. Clark;
- il EIA Centre, Department of Planning and Landscape dell'Università di Manchester, diretto dal Prof. Norman Lee;
- il Department of City & Regional Planning - University of Wales, sotto la guida di Huw Thomas;
- la School of Construction, Housing and Surveying - University of Westminster, sotto la guida di Judith Allen.
- l'Università di Amsterdam;
- il Dipartimento di Urbanistica dell'Università di Nijimegen;

Oltre alle partnership istituzionali, sono già stati avviati contatti con numerosi docenti esterni coinvolti nelle attività del Dottorato, tra i quali:
- Prof. Marcel Roncayolo, Prof. Jean-Pierre Frey (IUP Paris)
- Prof. Hans Mastop, Prof. Berry Needham (Dipartimento di Urbanistica dell'Università di Nijimegen)
- Prof. Huw Thomas (Department of City & Regional Planning - University of Wales)
- Prof. Judith Allen (School of Construction, Housing and Surveying - University of Westminster)
- Prof. Brian D. Clark (Centre for Environmental Management and Planning dell'Università di Aberdeen)
- Prof. Norman Lee (EIA Centre, Department of Planning and Landscape dell'Università di Manchester)
- Prof. Franco Bonilauri (Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna)

Sono stati coinvolti, inoltre, tutti i docenti che hanno partecipato ai seminari didattici


4.2. INFORMAZIONE E PUBBLICIZZAZIONE

La pubblicizzazione delle attività del dottorato avviene principalmente attraverso la rivista in Folio, fondata presso il Dottorato ed il cui comitato di direzione è composto da: Bruno Jaforte (Coordinatore), Bernardo Rossi-Doria, Nicola Giuliano Leone, Giovanni Campo, Antonio Quistelli. La Redazione è composta da: Giuseppe Abbate, Angela Badami, Maurizio Carta, Salvatore Cartarrasa, Francesca De Lucia, Michele Di Rosa, Francesco Lo Piccolo.
La rivista è divisa in sezioni tematiche: la sezione Attività raccoglie recensioni, articoli e commenti relativi ad alcune delle attività seminariali condotte nel Dottorato ed interamente riportate nel Calendario. La sezione Ricerche propone, nel corso dei tre anni, i processi di formazione della tesi di dottorato, dalla individuazione degli obiettivi e la scelta del metodo, all'anticipazione di alcuni risultati fino ad una selezione dell'intera tesi che ne mostri l'intero processo di formazione, dalla sua impostazione alla raccolta ed elaborazione dei dati alla verifica degli obiettivi attraverso i risultati. La sezione Dibattito contiene numerosi contributi, interni ed esterni al Dottorato, attorno ad un tema specifico legato alle trasformazioni della ricerca disciplinare o della pratica di pianificazione. La sezione Reti fornisce indicazioni sulle risorse di ricerca presenti nelle reti telematiche su temi monografici variabili in ogni numero. Infine, la sezione Antologia propone contributi di taglio teorico e metodologico mai pubblicati in Italia o di antica pubblicazione.
Della rivista sono già usciti 5 numeri. La diffusione della rivista è nazionale ed internazionale attraverso i canali delle università. La pubblicazione di articoli, brevi saggi e rapporti di ricerca viene ritenuta parte integrante dell'attività formativa del dottorando.
Oltre a questa attività ufficiale di informazione, i dottorandi hanno spesso pubblicato articoli, saggi e recensioni che riguardano le loro attività di ricerca su numerose riviste nazionali ed internazionali; hanno inoltre partecipato a numerosi convegni nazionali ed internazionali.
Il Dipartimento Città e Territorio, sede amministrativa del dottorato, è inoltre membro dell'Aesop (Association of European School of Planning), sul cui bollettino sono usciti alcuni articoli sulle attività di ricerca dei dottorandi.


4.3. USO DI ATTREZZATURE E MATERIALE DIDATTICO

Il Dottorato utilizza le attrezzature di laboratorio dei Dipartimenti consorziati, tra queste vanno segnalate le attrezzature informatiche che consentono ai dottorandi di organizzare meglio la loro attività di ricerca e di presentazione dei risultati. Le attrezzature a disposizione sono:
- n. 5 stazioni grafiche complete di elaboratore Power Macintosh, monitor da 20'', lettore CD e driver removibile;
- scanner di formato A0 monocromatico;
- 2 scanners di formato A4 a colori;
- plotter termico formato A0;
- plotter a getto di inchiostro formato A0;
- 2 stampanti laser formato A4 (di cui 1 a 600 dpi per la stampa dei fotoliti);
- stampante formato A3 a getto di inchiostro a colori;
- stampante formato A4 a getto di inchiostro a colori;
- FR2 Montage (permette di fotografare i files direttamente nell'elaboratore);
- masterizzatore di CD Diskovery 650CDR;
- tutto il software adeguato per progettazioni urbanistiche (Cad, S.I.T., ecc.).
Il suddetto sistema informatico è predisposto per l'eventuale acquisizione di cartografia tradizionale (supporti cartacei), per cui non è strettamente necessario avere come base, fornita dall'Amministrazione Comunale, la cartografia vettorializzata. Il software utilizzato permette di misurare, aggiornandoli in tempo reale, tutti i parametri del progetto, predisponendo le basi per un eventuale progetto di gestione del piano.
I software utilizzati esistono anche nella versione per Windows '95 per cui viene assicurata la compatibilità con tutti i linguaggi informatici (UNIX, Dos, Windows '95 e naturalmente Macintosh).
Il DAU di Catania ha già attivato un collegamento internet per facilitare la ricerca ed il DCT di Palermo avrà il collegamento entro il 1996.