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NOVITA'/Al polo didattico nascerà “Generazione Norman”

16-feb-2011

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Uno spazio dell’Ateneo di Palermo in memoria di Norman Zarcone, il giovane dottorando che è morto suicida, lanciandosi da una finestra della facoltà di Lettere e Filosofia. Ad approvare l’intitolazione proposta dal rettore Roberto Lagalla è stato all’unanimità il Senato accademico dell’Ateneo, che già due mesi fa aveva espresso la sua disponibilità a commemorare il giovane, stigmatizzando contemporaneamente l’iniziativa non autorizzata, condotta durante il periodo di occupazione di Lettere, di un gruppo di studenti che avevano intitolato polemicamente a Norman l’Aula Magna della facoltà, senza rispettare i passaggi condivisi e i tempi dovuti.
Adesso il via libera all’apposizione della targa in uno spazio, chiamato “Generazione Norman”, all’interno dell’edificio 19 dell’Università, il Polididattico frequentato ogni giorno da centinaia e centinaia di studenti di diverse facoltà. Generazione Norman per ricordare “i giovani studiosi – come si leggerà nella targa - che non hanno saputo reggere il contrasto tra il loro mondo ideale e la realtà difficile della vita. Perché il loro gesto diventi il segno di una rinnovata partecipazione dell’istituzione universitaria ai tormenti e alle drammatiche contraddizioni della giovinezza, e perché siano confermati i valori e il valore della vita”.
Una motivazione, condivisa dalla famiglia di Norman, che accoglie la proposta inoltrata al Senato accademico da un numeroso gruppo di studenti desideroso di ricordare Norman. “Portiamo così al traguardo – dice il rettore, Roberto Lagalla – un impegno espresso sin dall’indomani del tragico gesto, impegno che non è stato scalfito da polemiche e strumentalizzazioni e che non è un atto di accusa all’Università ma un’iniziativa in difesa dalla vita. L’Ateneo di Palermo, nel nome di Norman Zarcone, è vicino alle vittime delle contraddizioni di una gioventù tormentata che si confronta con una società difficile e dall’incerto futuro, ribadendo l’importanza della fiducia nel futuro”.